Studi di settore per artigiani e commercianti verso al posticipo di marzo 2010

Artigiani e commercianti chiedono il posticipo dell' aggiornamento degli studi di settore dal 30 settembre 2009 a marzo 2010, motivo: la crisi economica che ha colpito il settore. Si tratta di 69 studi di settore che interessano 1 milione di lavoratori in Italia. Il problema riguarda subito questa settantina di studi ma le categorie rilevano la questione è più generale. Nel corso della riunione di oggi tutte le categorie hanno deciso di non esprimere alcun parere, atto preventivo al decreto vero e proprio che aggiorna periodicamente gli studi. Da quando sono stati introdotti gli stessi sarebbe la prima volta che accade una cosa del genere. Non essendo un parere vincolante, il ministro dell'Economia potrebbe in ogni caso procedere con il decreto ministeriale ma sembrerebbe più probabile la via della proroga. Nel corso dei lavori del decreto anti-crisi di quest'estate era stata già introdotta con il maxi-emednamento una proroga (ma al 31 dicembre 2009 e non fino a marzo 2010) per la revisione; il rinvio era poi saltato per problemi di inammissibilità di alcune parti dello stesso maxi-emendamento presentato dai relatori di maggioranza.«Si ritiene in merito che il percorso di revisione, portato avanti nel 2009, pur essendo stato molto approfondito - si legge nel documento sugli studi di settore approvato all'unanimità dagli esperti nominati dalle organizzazioni di categoria, associazioni e ordini professionali, del quale gli esperti nominati dal Dipartimento delle Finanze, Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza hanno preso atto - è stato anche fortemente innovativo, soprattutto dal punto di vista metodologico e proprio da ciò nasce da parte di dette associazioni la richiesta di ulteriori approfondimenti». Per le associazioni «è fondamentale che gli studi consentano al maggior numero possibile di contribuenti di riconoscersi nei risultati degli stessi, anche in riferimento al 2009. Si ritiene quindi necessaria una più ampia ed approfondita indagine per valutare in modo selettivo l'impatto della crisi nei singoli settori e nei diversi territori». Di qui la richiesta di uno spostamento del termine dal 30 settembre 2009 al 31 marzo 2010 per la revisione degli studi. Nel documento inoltre si ricorda che «tra gli studi in evoluzione, è in revisione quello relativo alle costruzioni per il quale è prevista una sua elaborazione su base regionale al fine di migliorare la capacità di rappresentare le singole realtà territoriali, sia per quanto riguarda i modelli organizzativi che per il sistema dei prezzi. In relazione a tale studio si è rilevata l'opportunità di prevedere un coinvolgimento degli Osservatori regionali». In definitiva «la Commissione ritiene di poter esprimere il proprio parere sulla idoneità degli Studi a rappresentare le attività a cui si riferiscono per i risultati conseguiti nell'anno 2009, soltanto dopo aver analizzato dati e loro elaborazioni riferite a: dichiarazioni del 2008 (Unico 2009); flussi di dati, riferiti al 2009 e acquisiti con la collaborazione delle Organizzazioni di categoria; comunicazioni Iva di fine febbraio 2010 relative all'anno 2009; flussi di dati, analisi e informazioni acquisiti da centri studi ed organismi che possono dare un contributo significativo per misurare, in maniera selettiva, la crisi. Al fine di consentire queste attività, si ritiene auspicabile - conclude il documento - lo spostamento al 31 marzo 2010 del termine ultimo entro il quale la Commissione possa esprimere i propri motivati pareri, sugli studi in evoluzione e sugli interventi correttivi finalizzati a cogliere gli effetti della particolare congiuntura economica del 2009».